Dead Again

USA 1991

Personaggi e Interpreti:

Kenneth Branagh: Mike Church/Roman Strauss

Emma Thompson: "Grace"/Margaret Strauss

Derek Jacobi: Franklyn Madson

Andy Garcia: Gray Baker

Robin Williams: Cozy Carlisle

Hanna Shygulla: Inga

Musiche di Patrick Doyle

MAIN PAGE:

"Vedo un amore appassionato, un amore senza fine, un amore eterno".

Con queste parole Roman Strauss parla al cuore di Margaret, la sera del loro incontro, legandola così per sempre a sé.

"Morire è una fortuna" sentenzia Roman, citando Walt Whitman, un attimo prima di andare a morire sulla sedia elettrica, per l'assassinio della moglie, quasi fosse cosciente che quello è solo l'inizio del viaggio e che la morte che lo attende è solo una tappa.

Una promessa d'amore eterno, due coppie (Roman e Margaret nella Los Angeles del 1948; Mike e Grace nella città degli angeli del 1991), un omicidio mai risolto veramente e un destino che DEVE compiersi, ad ogni costo. E per giungere al suo compimento, tutto è lecito, compreso travalicare i confini dello spazio e del tempo, della vita e della morte. Tanto più se si tratta di un destino d'amore.

Sotto le mentite spoglie di film di genere (thriller in questo caso), "L'altro delitto", opera seconda (e prima hollywoodiana) di Branagh regista affronta in realtà il tema, mai esaurito e inesauribile, del sentimento supremo, e, con esso, di tutte le sue sfaccettature (complicità, passione, gelosia, delitto), riecheggiando anche in un paio di occasioni il Bardo tanto caro al Nostro (e nella fattispecie "Otello", quando nel finale del film, sulle note dell'opera di Roman, si ascoltano voci che cantano "It is the cause, it is the cause, my soul" da uno dei monologhi del Moro, o ancora, nella prima parte del film, in maniera più sottile, quando nella rigatteria di Franklyn Madson, l'ipnotizzatore, osservando la foto del matrimonio di Roman e Margaret, a Grace che commenta: "Qui sembrano così innamorati" Mike immediatamente ribatte: "Sì, in genere sono proprio quelli che si ammazzano").

Pur soffrendo di qualche ingenuità, non tanto nel plot (che pure a volte può apparire un po' sfilacciato in qualche dettaglio, mai comunque determinante per lo svolgimento della trama), quanto nella resa di alcune scene (ad esempio l'incontro di Mike con il vecchio Gray Baker, giornalista infatuato della signora Strauss, o la scena finale nell'appartamento di Grace, dove forse si indugia un po' troppo con il ralenti, rendendo il tutto un po' "tanto"), "L'altro delitto" ("Dead Again" il titolo originale) è un film avvincente, godibilissimo, in cui, come si è detto, il thriller è solo un pretesto, nonostante diversi siano i rimandi ai grandi del genere (Hitchcock in primis). Un film che non lascia indifferenti, per un motivo o per l'altro, soprattutto per chi come noi, "seguaci" di Kenneth, ha una naturale tendenza al romanticismo.

I parallelismi e le continue "coincidenze" che si inseguono tra il 1948 e il 1991 accompagnano lo spettatore passo dopo passo in un crescendo di emozioni e coinvolgimento (è pur sempre un thriller...), seguendo in questo lo stesso percorso emotivo di Mike, che da spettatore esterno e inizialmente anche un po' distratto si erge a protagonista chiave della vicenda.

Si può vivere più di una volta? Se sì, ogni volta si impara qualcosa in più o è destino ripetere gli stessi percorsi, giusti o sbagliati che siano? Lo scettico, veniale e un po' gaudente ("Non cerco una donna per la vita, è stata solo un'avventura" lo ascoltiamo frettolosamente dire al telefono della sua scintillante spider rossa) Mike, pur riluttante, si lascia, lentamente ma inevitabilmente, coinvolgere dal grande gioco del destino, prendendo per mano e aiutando quella donna sconosciuta e misteriosa alla ricerca di se stessa capitatagli tra capo e collo. Grace, vittima di un'amnesia, Grace, con quella estrema sensibilità che le fa sognare di vite passate, Grace, che "avverte" immediatamente di essere uno degli anelli mancanti di una catena di cui non riesce a venire a capo da sola. Sono già "due metà della stessa persona" sin dal primo incrociarsi di sguardi all'Istituto dove lei, sperduta e impaurita, aveva trovato accoglienza. Mike e Grace, così diversi (tanto "materiale" lui, quanto "metafisica" lei - caratteristiche che erano state proprie anche della coppia di quarant'anni prima) e così complementari, si ritroveranno a dover ripercorrere altre vite, altre passioni, altri incubi per poter sbloccare il presente e *vivere* finalmente, e *compiere* quel destino d'amore che Roman aveva letto nella mano di Margaret. DOVRANNO, perché è il destino ad averlo deciso, "Prendi una volta e paghi per sempre" aveva rudemente spiegato a Mike Cozy Carlisle, psichiatra fallito e stravagante ridotto a tuttofare in un supermarket.

Al destino non si sfugge, nessun ostacolo può spezzare un amore eterno. Neanche la morte. Un bracciale alla caviglia di Margaret e un Claddagh Ring al dito di Grace ne sono i segni tangibili.

Il film è decisamente intrigante e le visioni successive alla prima non perdono l'appeal. Sì, perché, pur sapendo "come va a finire", siamo continuamente stimolati, per tutta la durata del film, da una serie di coincidenze e richiami tra le due storie parallele che sono molto belli da scoprire, così come alcuni divertissments che Kenneth, un po' per gioco, un po' per vanità, inserisce quà e là (ad esempio, il numero della tenuta carceraria di Roman - 25101415 - altro non è che la data della battaglia di Agincour, che vide vittorioso quell'Enrico V che tanta popolarità diede al Nostro; o ancora la data del giornale - 10.12.1949 - il 10 dicembre è il giorno del compleanno di Kenneth...; la copertina di "Life" del 1949 con Laurence Olivier nelle vesti di Hamlet, e via dicendo).

E per finire, da segnalare quello che, a modestissimo parere di chi scrive, è il bacio più bello e "ispirato" in cui il Nostro si sia mai prodigato davanti alla cinepresa, quello tra Roman e Margaret ai piedi del pianoforte la sera del dono della cavigliera. Una scena d'amore bellissima nel suo complesso, da sospiri...

Annamaria Spagnulo - 1999