Intervista con Kenneth Branagh e Kevin Kline

Cranky Critic, Aprile 2000 - Trad. Susanagh

 

"El Dorado": Kenneth Branagh da la sua splendida voce a Miguel, Kevin Kline a Tulio

( Indovinate qual’è Miguel e quale Tulio…J )

 

Oh cielo, dice Cranky Critic seccamente. Due attori che siedono e parlano allo stesso tempo. Dall’esperienza passata, questo di solito significa una mezza dozzina di giornalisti che cercano disperatamente di far parlare due attori impiombati.

Non si è risolto essere il caso di Kevin Kline e Kenneth Branagh che, semplicemente, non avrebbero tenuto la bocca chiusa.

Come la metterebbe Kline, "Anche solo un’intervista è una competizione". E come i loro velocissimi botta e risposta nel film El Dorado sono molto divertenti, alla maniera di Hope e Crosby, (che è quello che volevano i creatori del film - se non sapete chi sono Bob Hope e Bing Crosby, informatevi ), la coppia è uguale nella vita reale. Se il duo si carica, bene, un giorno ci sarà nastro con materiale sufficiente da farvi ascoltare, perchè fioccavano i doppi sensi a sfondo sessuale.

Ho cercato di includere lo scambio di battute – leggetelo velocemente perchè è così che è andata – ma non so se renderà.

Entrambi gli attori sono conosciuti per aver portato Shakespeare in teatro e sullo schermo, così ci siamo occupati anche di questo. Per cominciare, uno dei nostri colleghi ha citato una velata battuta della stampa, che ha scritto che il film ha molti ambigui momenti gay…

Entrambi (simulando orrore incredulo e gridando): Ambiguamente gay???? (grandi risate da entrambi i lati del tavolo)

Kenneth: No, era una cosa molto maschia.

Kevin: Ambigui momenti gay? (a Branagh ) Questo è l’accento.

Kenneth (a Kline): Stavo facendo il frivolo. Non ho mai fatto il gay. Ho fatto il frivolo.

Kevin (a Branagh ): Risulta gay.

Kenneth (alla stampa ): Frivolo e maschio. Ero così maschio che mi svegliavo alla mattina e mi facevo paura.

Kevin: Ambiguamente gay. Beh, è perchè si tratta di due uomini, e sono compagni e così viene naturale…siamo entrambi in contatto con il nostro lato femminile, credo, specialmente Ken.

Kenneth: Faccio quello che posso.

Kevin: …Così la gente proietta su di noi quello che la fa sentire bene.

Cranky Critic: Allora come vi colpisce questo, come attori?

Kevin: Nessuno vede lo stesso film. Sono sicuro che ci sono persone che hanno visto Butch Cassidy e Billy the Kid e hanno pensato: "Finalmente un film gay che parla di uomini che si prendono cura uno dell’altro. Grazie a Dio!". Non è necessariamente quello che vedo io, ma non credo che due persone vedano lo stesso film allo stesso modo.

Cranky Critic: Quale è stato il vostro rapporto professionale oltre a questo?

Kenneth: Non sono fatti tuoi! (risate). No, è la prima volta che abbiamo lavorato assieme. C’eravamo conosciuti e ammirati professionalmente e personalmente.

Kevin: Amo il corpo di Kenneth….

Kenneth: Non in senso sessuale.

Kevin: …il corpo di lavoro

Kenneth: E anche Kevin ha un gran corpo…di lavoro…E ammiravamo i nostri corpi prima di incontrarci e di lavorare insieme e di usare i nostri corpi insieme in questo film.

Kevin: Sì, è carino ammirare il corpo di qualcun’altro quando sei occupato ad ammirare il tuo corpo…

Kenneth: …La tua opera.

Kevin: É sorprendente.

Kenneth: Mi dà i brividi. Perchè è enorme. Un’opera enorme.

Crank Critics: E te l’ha mostrata. (risate)

Kenneth: É pubblicamente disponibile.

Kevin: Ho strillato. Ho detto: "Ascolta, prima di lavorare insieme penso sia importante che tu sappia da dove vengo. Così ho proiettato tutti i miei film a Kenneth. É stato legato ad una sedia, e obbligato a guardarli, come in Arancia Meccanica.

Kenneth: Drogato.

Cranky Critic: Vi siete ritrovati a guardare dei Road Movie o Butch Cassidy o altri film di ‘compari’ per entrare nell’atmosfera?

Kenneth: Film gay. Abbiamo visto tutti i film gay.

Kevin: Ho guardato spesso In & Out

Kenneth: L’hai fatto anche…

Kevin: In realtà ho fatto quel film per prepararmi a questo.

Kenneth: Originariamente c’ero io nella parte di Tom Selleck.

Kevin: Ho fatto Silverado, questa è stata la mia preparazione a El Dorado. No, non è così, perchè, anche se quello era il modello, uno lo vuole fare nuovo. Che arrivi dalla chimica tra noi due, veramente. Non vuoi cominciare a rubare, o cominciare a imitare o a impersonificare qualcun altro. Vuoi farlo da te. Così, deliberatamente…e perchè sono pigro, sono stato lontano da questo tipo di ricerca.

Cranky Critic: A molti attori piace fare film di animazione

Kenneth: Beh, intanto non devi imparare la parte. La leggi. Nessun problema di parrucchiere e truccatore. Nessun problema di roulotte.

Kevin: Ironicamente, la grande attrattiva è che non devi incontrare gli altri attori. (risate). Ma ecco, Jeffrey Katzenberg mi ha tirato una specie di ‘palla curva’ e mi ha detto: "Vogliamo che ci sia chimica, così mettiamo voi due insieme". Ho fatto una voce nel Gobbo di Notre Dame e non ho dovuto incontrare nessuno. Non devi puntare gli occhi in quelli di un’altra persona, e avere un rapporto con il suo ego, il suo ritardo, il fatto che cerca sempre di portarti via la scena. E che ti parla sempre sopra quando parli tu. (Cosa che Branagh fa per tutto il tempo).

Cranky Critic: Siccome parliamo di cartoni animati, e entrambi voi avete lavorato molto facendo Shakespeare, quale opera di Shakespeare diventerebbe il miglior cartone animato?

Kenneth: Abbiamo parlato un po’ di questo. Io penso qualsiasi che contenga del fantastico o del sovrannaturale, penso che ‘Il Sogno di una notte di mezz’estate’ sarebbe stupendo per le trasformazioni che sono necessarie. O ‘La Tempesta’, cose così. Cose molto straordinarie o con elementi sovrannaturali. O magici. Molte opere che contengono elementi magici sarebbero un fantastico stimolo per un team di animazione fantasioso.

Cranky Critic: Picasso, credo, ha detto che l’artista è in contatto con qualcosa di fanciullesco in sè. E quando le persone diventano più simili agli adulti, l’artista si perde. Lo credete?

Kenneth: Io lo credo, per esempio noi siamo stati molto fortunati ad avere carriere teatrali e ad essere associati con Shakespeare, il che a volte ti da una specie di falso prestigio. No, voglio dire che ti può succedere di fare un lavoro abbastanza bene nel modo che piace al pubblico, ma a volte proprio facendolo ottieni un prestigio fasullo per qualcosa di più brillante di ciò che sei, e cominci a prender la cosa sul serio, finché pensi a te stesso come a una specie di esperto, piuttosto che a uno che ci si diverte; conservando il tuo entusiasmo e la tua capacità di stupirti, il brivido e l’eccitazione che senti per quello che succede. Anche facendo qualcosa di eccitante. É divertente farlo. Non è faticoso. Non è stato (in una voce esageratemente teatrale) "Kevin? Kevin dobbiamo fare un cartone? Pensi che il nostro pubblico lo accetterà?"

Kevin: Si, mi domando che cosa significherà in un quadro generale…

Kenneth: Come se a qualcuno fregasse qualcosa. Non è importante. Sai, noi speriamo che il film sia amato e guardato da milioni di persone, ma è solo un film, come in un certo modo anche il film di Hamlet era solo un film. In qualche modo c’è dietro esattamente la stessa energia, che è il desiderio di comunicare con onestà e intrattenimento con la gente, e trasmetterle la tua gioia. E anche l’eccitazione che provi, come attore, la straordinaria eccitante opportunità che abbiamo di fare questo tipo di professione.

Cranky Critic: Allora non è difficile essere amici di un attore.

Kevin: Assolutamente. É difficile essere amici di qualcuno che vuole amore sopra ogni altra cosa. La cui infanzia, non importa quanto emozionalmente labile…

Kenneth: e distorta.

Kevin:.. ha ora reso lui o lei così bisognoso e disperato da essere amato e abbracciato e accettato per quel che è, e questo è quello che tu stesso vuoi – è un’incontro stabilito in cielo. Gli attori stanno meravigliosamente con altri attori.

Kenneth: Gli attori sono le persone migliori e le peggiori. Sono come bambini. Quando sono buoni, sono molto, molto buoni. Quando sono cattivi sono molto, molto perfidi. I migliori attori, penso, hanno qualità infantili. Hanno una specie di abilità a perdersi. C’è anche della stupidità. Ho lavorato con Judi Dench molti anni fa e lei aveva questo aspetto infantile ed era assolutamente pronta in qualsiasi momento, che fosse qualcosa di triste o di allegro. Gli anni sono scivolati via. C’è qualcosa; qualcosa di affascinante come in un bambino. Qualcosa di incredibilmente piacevole. E naturalmente il nostro peggior comportamento è il cattivo comportamento dei bambini. Siamo ossessionati e matti e stupidi – non che altra gente non possa essere così – ma chi è all’estremo ha una specie di onestà in qualche modo folle. Comunque, mi piacciono.

Cranky Critic: Qual’è il limite massimo nel prendersi libertà con Shakespeare?

Kenneth: Non so quanto in là sia il limite, in realtà. Penso ci sia solo il troppo male. Se viene male, sei andato troppo lontano. L’elasticità di Shakespeare è straordinaria. Sembra che tutta la gente di questo secolo sia preoccupata di "Oh, hanno tagliato così tanto del testo!". Torniamo al XVIII secolo, David Garrick, che fu il responsabile delle rinate fortune di Shakespeare, e fu responsabile del Silver Jubilee di Shakespeare nel 1764, faceva parte di una intera generazione di teatranti che cambiavano i finali. Voglio dire, Romeo e Giulietta sopravvivevano (!) nella versione di David Garrick. Re Lear si riuniva alla figlia che non era più morta alla fine della tragedia e quelle furono le somme produzioni che ripristinarono Shakespeare dopo un intero secolo in cui le sue opere non erano state date.

Il radicalismo che applicavano, che lo mantenne vivo e nell’immaginazione popolare e di fatto ci ha trasmesso Shakespeare, era una via molto più brutale nei confronti di uno scrittore che continua a essere rivalutato da allora. Stimolato e rianimato; vivificato, penso che sia la frase. Se è buona arte, va bene. Se tu ne hai fatto una brillante versione, diventa qualcos’altro. Shakespeare allora diventa la fonte di una fantastica ispirazione. Mi oppongo all’idea che ci sia un solo modo di farlo. Altrimenti perchè vedere un’opera di Shakespeare due volte? Perchè sentire una sinfonia di Beethoven due volte? Perchè guardare due volte un dipinto di Van Gogh? Sono dei classici. La loro somma qualità è quella di risuonare attraverso i tempi dei tempi, nel caso di Shakespeare l’incarnazione dei personaggi attraverso un attore vivente, che è il motivo per cui vuoi andare a vedere l’Amleto di Kevin Kline o quello di Danel Day Lewis. Non dici "Oh, l’ho già visto, so cosa succede. Non diventa matto, o qualcosa del genere?" (risate)

 

Cranky Critic: Avete entrambi fatto degli Amleti incisivi, voi due, nei vostri campi

Kevin: Beh, uno dei due dev’essere più incisivo dell’altro.

Kenneth: (a Kline) Il tuo era più incisivo.

Kevin: (a Branagh) No, il tuo lo era, mentre lo facevi, era incisivo.

Cranky Critic: É emerso nel vostro rapporto professionale?

Kevin: Io ti faccio vedere il mio Amleto, se tu mi fai vedere il tuo? E qual’è il più grosso e il più lungo? Beh, il suo non aveva tagli così lui…(il nostro lato del tavolo comincia a ridere. Branagh non lascia Kline terminare il doppio senso)

Kenneth: Magari non era il migliore, ma sicuramente il più lungo. Qualcuno una volta disse del mio Amleto teatrale "Magari non è il migliore ma sicuramente è il più veloce" perchè parlo a un milione di chilometri all’ora.

Kevin: No, l’intera questione è che la gioia di fare i classici in questo modo è che sei il collegamento nella lunga catena che risale per quattrocento anni e per tutta la gente che l’ha fatto, è divertente. Mi ricordo quando andai a Londra; conobbi Kenneth in compagnia, e il suo Molto Rumore per Nulla era appena uscito. Lo chiamai e gli dissi: "Sto facendo un film qui. Sai dove posso affittare un appartamento?" Mi diede delle indicazioni su dove stare e disse "Devi andare nel West End. C’è una produzione di Molto Rumore per Nulla con Mark Rylance che è assolutamente brillante". E io pensai, grandioso. Ecco un ragazzo il cui film è nei cinema, che va a vedere un altro Molto Rumore e lo raccomanda. Non c’è senso di possesso. Lasci il segno sulla parte nel momento stesso in cui sei sul palcoscenico, o acchiappi il momento per tutti i posteri in un film, ma lasci che filtri attraverso te. Vuoi vedere più gente differente possibile.

Kenneth: É eccitante. Al momento abbiamo due Riccardo II: Ralph Fiennes sta per aprire e un altro fantastico giovane attore che si chiama Sam West è a Stratford. Voglio vederli entrambi. É eccitante. E con l’eccitazione nell’aria, vi vogliamo ringraziare per questo momento speciale.

E con questo escono dalla comune.