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SHAKESPEARE HORROR SHOW

Drammaturgia e regia         CLAUDIO BOCCACCINI
Traduzione e adattamento     DANIELA MAZZOLI
Musiche                      MASSIMILIANO PACE
Costumi                      STEFANO CIONCOLINI

con                          MARIA ROSARIA OMAGGIO

e

STEFANO MONDINI              Enrico V
ENRICO D’ARMIENTO            Otello
SILVIA BROGI                 Desdemona
PAOLO PERINELLI              Brabanzio
PIERRE BRESOLIN              Jago
GABRIELE LINARI              Rodrigo
ORNELLA GUATTARI             Emilia
FRANCESCA RIZZI              Giulietta
LUIGI ROMAGNOLI              Romeo
MARCO DALLA CHIESA           Paride
MAURIZIO GRECO               padre Capuleti
PATRIZIA NOVELLI             madre Capuleti
BEATRICE MASSETTI
PAOLA SOTGIU                 nutrici

e altri 30 interpreti


Dopo il successo alla Versiliana e al Rossini di Pesaro, torna in scena a Roma Shakespeare horror show, dal 20 ottobre al 14 novembre all Sala Uno Teatro di San Giovanni, una cornice suggestiva che ne costituisce l’ambientazione perfetta.

Un’opera corale, in cui un cast di oltre 40 attori evocherà e renderà vivo l’universo shakespeariano, interpretandone la moltitudine dei personaggi.

Maria Rosaria Omaggio, prima soldato di Enrico V, poi dama in Otello, infine giovane innamorata in Romeo e Giulietta, ci condurrà attraverso l’amore, l’odio, la violenza, in una galleria della passione umana in cui lo Shakespeare terreno e infernale, superreale e inverosimile, ragionevole e folle, drammatico e beffardo, lo Shakespeare dei sogni e della poesia continua a raccontare a noi tutti a distanza di seccoli meravigliose storie di intatta bellezza.

Le storie di Otello, Romeo e Giulietta ed Enrico V si fondono attraverso il meccanismo del racconto epico evocativo per frammenti, montate dalla regia di Claudio Boccaccini come sequenza di momenti di tensione successivi, attraverso la costruzione di grandi quadri drammatici, in uno spazio scenico che si rifà direttamente alla tradizione elisabettiana.

La particolarità dell’ambiente, in cui il pubblico è spettatore e insieme partecipe dell’azione, la presenza costante della musica e di due significativi canti corali, la suggestione dei grandi quadri d’insieme che rimandano direttamente a sublimi immagini pittoriche (la Battaglia di Paolo Uccello, L’ultima cena di Leonardo, un particolare del Giardino delle delizie di Bosch), fanno sì che lo spettacolo si trasformi in un vero e proprio viaggio della mente e dei sensi nel mondo di Shakespeare, nei miti e nella poesia che costituiscono gran parte del nostro immaginario.

Note di regia

Il teatro, in origine, tendeva a dividere Shakespeare in scene a seconda del luogo d’azione. Una volta staccatosi dalla convenzione elisabettiana, esso tentò invano di “riappiccicare” insieme questo Shakespeare spezzettato. Il teatro shakespiriano si compone essnzialmente di inquadrature e di sequenze, come peraltro dimostrano alcune trasposizioni cinematografiche soprattutto di Olivier, Welles, Branagh, in cui si rappresenta in modo chiaro la fluidità, l’omogeneità e la rapidità dell’azione del grande autore.

In SHAKESPEARE HORROR SHOW si è cercato di raccontare le tre “storie” di Enrico V, Otello e Giulietta e Romeo, contenute in una cornice che apre e chiude lo spettacolo, per piani e sequenze, basandosi sul principio di un montaggio di tensioni successive attraverso la costruzione di grandi quadri drammatici, riducendo i testi ai soli “attimi salienti”. La suggestione dei tre racconti è stata affidata soprattutto all’immagine e alle musiche, cercando il più possibile un avvicinamento alla narrazione di stile cinematografico. L’azione si svolge in una struttura scenica che si rifà alla tradizione elisabettiana (lo spazio diviso in tre luoghi di cui quello centrale su diversi livelli).

La violenza, la brutalità, la crudeltà che si scatenano per “ragion di Stato” in Enrico V, per rancori e invidie personali in Otello e per odi atavici tra famiglie assurdamente contrapposte in Romeo e Giulietta, rappresentano una galleria degli orrori in cui lo Shakespeare terreno e infernale, super-reale e inverosimile, eccessivo, folle e ragionevole, drammatico e beffardo, lo Shakespeare dei sogni e della poesia, delle minacce e delle fantasticherie, continua a raccontare a tutti noi a distanza di secoli meravigliose favole di intatta bellezza.

Claudio Boccaccini


"Shakespeare ha detto tutto. Parla a ciascuno di noi e tutti lo rivendichiamo come nostro, ma se vogliamo davvero comprenderlo e rendergli omaggio, è saggio rammentare che non appartiene a noi ma ad un altro mondo; un mondo fiorente e straordinario che mandava un violento odore di aquilegia, polvere da sparo e inchiostro di stampa, ed era governato vigorosamente da Elisabetta.

Per sapere qualcosa di Shakespeare dobbiamo sapere qualcosa dell’Inghilterra dove è nato; e ancora di più, dobbiamo sapere qualcosa di quel genere eccezionalmente puro di teatro che trovò a Londra, e per cui scrisse.

La scena inglese uscì dalle chiese quando gli attori diventarono troppo divertenti. Indugiò per un paio di secoli proprio lì di fronte, sulla piazza del mercato, per poi spostarsi nel cortile dell’osteria. Da allora la poesia non è più necessaria né possibile, perché potendo far sorgere l’alba su Elsinore con un marchingegno tecnico non c’è motivo di fermare un personaggio nel bel mezzo dell’azione e fargli dire una battuta come: «Ma guardate come l’aurora, avvolta nel suo mantello di rose, sfiora col piede la rugiada su per quell’erta collina di levante», anche supponendo di essere capaci a scriverla.

Non è possibile vedere e udire la bellezza, contemporaneamente e appieno. Perché la poesia fa da scenografia a se stessa, e noi ci siamo legati alla materialità della scena, separando l’attore dal suo pubblico... ci siamo legati alla prosa.

Prima della Restaurazione, i teatri erano cortili intorno a piattaforme, dove si andava per sentire ed essere sentiti. Da allora sono diventati bomboniere di fronte a una cornice, dove si va per vedere ed essere visti."

Orson Welles

(Introduzione alla trasmissione radiofonica

“The Mercury Shakespeare”)